Sono passate ormai più di due settimane da quando siamo arrivati in Nepal e ci siamo ritrovati a Pheriche, un piccolo villaggio nel cuore dell’Himalaya. Uno dei vantaggi di trovarsi a più di 4.350 metri di altitudine è che da qui tutto assume una prospettiva diversa. In questi giorni abbiamo incontrato persone incredibili, abbiamo visto come sono le loro case, abbiamo conosciuto alcune delle loro usanze e abbiamo imparato a vivere con molto meno o, per dirla in altre parole, con lo stretto necessario.
Infatti, se da noi si dà per scontato poter entrare in un negozio e trovarvi di tutto e di più, qui è semplicemente impensabile. In una località come Pheriche, si consuma solo ciò che può essere prodotto o coltivato sul posto, in quanto non esistono strade né mezzi di trasporto per portare il cibo dalle città o dai paesi più grandi. Senza rendercene conto, abbiamo rinunciato a molte delle cose che abbiamo a casa e, a dire la verità, ci siamo accorti di non aver bisogno di nient’altro-
Questi pensieri ci hanno portato a riflettere sulla sostenibilità insieme a Emelie Forsberg e Kilian Jornet, due persone che tengono molto presente la responsabilità ambientale nella loro vita quotidiana e che assicurano che la sostenibilità risiede proprio nelle piccole decisioni che ciascuno prende in base alle proprie possibilità e al tipo di vita che conduce.
Transport di cibo da parte dei locali a Pheriche.
Parlando di sostenibilità con Emelie non abbiamo potuto evitare di pensare al legame che ogni essere umano ha con la natura. Probabilmente è proprio la profondità del vincolo che unisce una persona all’ambiente naturale circostante a determinarne la consapevolezza ambientale.
Emelie sottolinea che ogni piccolo gesto contribuisce alla sostenibilità e che ognuno, a seconda della propria situazione, può in maggiore o minore misura prendersi cura dell’ambiente che lo circonda. “Ogni persona, nei limiti delle proprie possibilità, può intraprendere delle azioni per essere più sostenibile. Nel mio caso, cerco di adottare delle decisioni che mi soddisfino e di rimanere sempre fedele alle mie convinzioni. Mi piacerebbe molto essere un’allevatrice e vivere solo di ciò che cresce nella mia fattoria, ma ho deciso di fare l’atleta, per cui faccio tutto il possibile per essere sostenibile in questa mia posizione”, afferma.
“Quando abbiamo organizzato questo viaggio abbiamo parlato molto di sostenibilità, perché sappiamo bene che viaggiare non è certo la soluzione migliore per il nostro pianeta. Ecco perché abbiamo cercato di compattare più viaggi in uno solo, coinvolgendo tutta la famiglia e allungando notevolmente la durata dell’avventura. Siamo pienamente consapevoli che si tratta di un grande viaggio ed è per questo che stiamo cercando di sfruttare al massimo ogni momento”, aggiunge Emelie Forsberg.
“Le piccole decisioni sono molto importanti. Come atleta non solo posso usare la mia voce, ma posso anche ispirare con le mie azioni”
Sebbene l’Himalaya possa, a prima vista, sembrare un luogo remoto, è in realtà una destinazione piuttosto popolare tra gli amanti della natura e degli sport all’aria aperta. Di fatto, uno dei nostri amici di Namche ci ha detto che ogni anno da questo villaggio, situato in un punto strategico per chi desidera visitare il Parco Nazionale di Sagarmatha, passano ben 40.000 persone circa.
Purtroppo, il meraviglioso ambiente naturale delle montagne nepalesi sta risentendo di questa impronta degli esseri umani e del conseguente aumento dei rifiuti rispetto a qualche anno fa. Naturalmente, questo fatto ci rattrista e ci fa anche sentire un po’ colpevoli, portandoci a riflettere sul fatto che siamo proprio noi, gli amanti della natura, a sporcarla senza rendercene conto.
Per fortuna, abbiamo anche avuto il piacere di incontrare alcune delle persone che lavorano ogni giorno per porre fine a questo problema e che hanno lanciato una serie di iniziative che invitano turisti e abitanti del luogo a collaborare nella raccolta dei rifiuti.
Insieme a loro, abbiamo visto che un buon modo per ridurre l’impatto del nostro passaggio attraverso l’Himalaya è quello di portare con noi una borsa in cui raccogliere i rifiuti trovati lungo il percorso. Si tratta di un’iniziativa che potrebbe essere applicata a qualsiasi tipo di ambiente e in qualsiasi angolo del mondo.
Durante il molto tempo trascorso con Emelie, Kilian e la loro famiglia ci siamo resi conto che la consapevolezza ambientale è il loro comun denominatore e che la responsabilità non conosce età. Maj e Ylva-Li sono cresciute circondate dalla natura e in compagnia di persone che hanno sempre cercato di rispettarla.
Ecco perché quando abbiamo chiesto a Emelie quale sia il trucco per far sì che anche i bambini integrino la sostenibilità nella loro vita quotidiana, ci ha risposto che ispirare le nuove generazioni non è una questione di parole, ma di azioni. “Non saprei proprio come insegnare alle mie figlie a essere più sostenibili. Di fatto, ci sono cose che non ho mai insegnato loro. Le hanno semplicemente imparate perché è quello che ci hanno visto fare, come raccogliere i rifiuti quando andiamo a fare una passeggiata in montagna”, dice.
“È sorprendente vedere come i bambini copiano ciò che vedono negli adulti, ed è proprio così che possiamo ispirare le nuove generazioni”
Se siamo più consapevoli di quanto possa essere fragile l’ambiente che ci circonda e compiamo delle piccole azioni per preservarlo, possiamo insegnare alle nuove generazioni a prendersi cura della natura.
In effetti, il vincolo che lega l’essere umano all’ambiente naturale esiste fin dalla notte dei tempi e noi l’abbiamo imparato durante la convivenza con la famiglia di Emelie nell’Himalaya.
Piccole curiosità della nostra esperienza
NNormal in Himalaya
Una mostra di sculture realizzate con rifiuti
La Bally Peak Outlook Foundation lavora, giorno dopo giorno, per mantenere le montagne del Nepal senza rifiuti e per sensibilizzare e coinvolgere tutti i turisti che visitano il Parco Nazionale di Sagarmatha affinché mantengano l’ambiente libero da rifiuti.
Prima di lasciare Namche e partire per Pheriche, abbiamo approfittato del nostro soggiorno per visitare la sede della fondazione, dove abbiamo avuto modo di conoscerne meglio l’impegno ambientale e approfondire le iniziative attualmente in corso a sostegno della gestione dei rifiuti. Uno di questi progetti è costituito da una mostra di oggetti e sculture realizzati con resti e rifiuti trovati nell’ambiente naturale del parco nazionale.
È stata un’occasione d’oro per conoscere fatti interessanti sulla flora e sulla fauna locali dell’Himalaya e comprendere l’importanza di preservarle e sostenere la conservazione di un luogo così incredibile.
L’abbigliamento di Emelie
per l’avventura in Himalaya
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Photography: Julien Raison
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